giovedì 30 luglio 2015

INTERVISTA A MARIA PAOLA FORTUNA

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice Maria Paola Fortuna ha rilasciato alla nostra Shanmei.


Benvenuta Maria Paola, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.

Dopo la maturità classica, presa al Liceo Lanza di Foggia nel 2004, mi sono trasferita a Roma e qui mi sono iscritta alla facoltà di “Lingue e Culture del Mondo Moderno” alla Sapienza. Finita la triennale, decisi di continuare con un percorso di studi di tipo linguistico, ma volevo, allo stesso tempo, studiare qualcosa di più “pratico”. Per questo motivo ho deciso di intraprendere il biennio in “Traduzione letteraria e tecnico-scientifica”, preferendo il ramo letterario, dato il mio amore smisurato per la letteratura. Poi, nel 2011, le mie professoresse mi hanno convinto a proseguire i miei studi di traduzione e mi sono iscritta a un Master di II livello in “Traduzione Specializzata”, sempre alla Sapienza di Roma. È stato un anno bellissimo, una full immersion nella traduzione, in cui non è mancata la partecipazione a seminari e convegni traduttivi (presso la “Casa delle Traduzioni” di Roma e durante le “Giornate della traduzione letteraria” a Pesaro), nonché a corsi di perfezionamento delle mie  lingue di studio.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?

Credo che il mio amore per la traduzione sia di vecchia data. Quando andavo al liceo adoravo fare le versioni di greco e latino e, sin da piccola, quando mio padre tornava dai viaggi di lavoro all’estero e mi portava regali come libri, giornali e cd stranieri, ho sempre avuto la curiosità di sapere cosa ci fosse scritto in quelle pagine o cosa dicessero quelle canzoni. Quelle parole e quei suoni avevano per me qualcosa di magico. Ricordo che quando mi davano la paghetta settimanale investivo subito quei soldi in piccoli dizionari tascabili che usavo per tradurre qualsiasi cosa mi capitasse davanti agli occhi o che semplicemente sfogliavo per curiosità mia. Ancora oggi ho la passione per i dizionari e ne compro di ogni genere.

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo testo che hai tradotto?

Partendo dal presupposto che un lavoro è tale quando è ricompensato, il mio lavoro di traduttrice si può dire essere iniziato durante il Master quando ho tradotto “Il monastero maledetto” di Antonio Gómez Rufo per Newton Compton. Ricordo ancora la gioia e l’orgoglio di quando ho ricevuto quella copia tra le mani.

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?

Sì, ho tradotto un po’ di tutto: libri ed ebook per case editrici; documenti legali e testi tecnici per delle agenzie di traduzione; audioguide per un museo; siti internet, brochure, volantini per enti, Onlus e associazioni.

Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

La prima cosa che ti consigliano per iniziare a lavorare nel mondo della traduzione letteraria è fare una “proposta di traduzione” alle case editrici. Ci ho provato, ma ho trovato molte porte chiuse, per un motivo o per un altro. Poi un giorno una mia amica mi ha parlato di “Babelcube”, questa piattaforma che permette ad autori, case editrici e traduttori di incontrarsi e collaborare insieme. Ho cercato qualche libro che potesse piacermi e ho fatto la mia proposta che è stata subito accettata. Il primo libro che ho tradotto è stato un thriller “Dall’Inferno” (di cui ora sto traducendo il sequel) perché avevo già tradotto questo genere. Successivamente, spinta dalle mie passioni, ho tradotto anche altri generi come polizieschi (Il gioco della traduzione di Inés Galiano), biografie (L’imbalsamatore, L’abisso di Camille di Enrique Laso) e a breve usciranno anche un libro di cucina e un romanzo distopico!

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?

Quelli che ho incontrato su Babelcube sono già dentro questa mentalità. Altri autori, invece, sono un po’ scettici o, molto più spesso, hanno una visione troppo classica della pubblicazione che deve essere per forza fatta da medie e grandi case editrici per essere di successo, pubblicazione alla quale non si arriva nemmeno con tanta facilità.

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?

Le grandi case editrici continueranno a esistere ancora per secoli e secoli. Secondo il mio punto di vista, nemmeno l’industria degli ebook farà fuori così facilmente il libro cartaceo. Anche se la gente legge effettivamente poco nel nostro paese, il regalo più gettonato a Natale o ai compleanni rimane sempre un libro, perché è un classico, perché fa figo tenerlo sulla mensola della propria camera. Ma, dato che esiste una élite di lettori “veri”, è a questi a cui bisogna puntare con questo tipo di pubblicazione alternativa.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?

Dipende ovviamente dal romanzo, non solo dalla quantità delle pagine, ma anche dalla difficoltà del testo. 

Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?

Purtroppo tradurre non mi permette di vivere. Il più delle volte è un hobby, altre volte un modo per arrotondare. Nella vita sono anche insegnante e, durante le mie lezioni, cerco sempre di far conoscere e amare ai miei alunni il mondo della traduzione.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?

Non sono una grande fan della traduzione belle infidéle. Preferisco, quando è possibile una traduzione più letterale, per una questione di fedeltà sia al testo, sia allo stile dell’autore. La traduzione troppo creativa mi dà sempre la sensazione di un traduttore che si vuole sostituire allo scrittore. In alcuni casi però, come nella traduzione poetica, la traduzione creativa diventa quasi fondamentale.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?

Sì, esistono penali, bisogna sempre leggerle e calcolare bene se si è in grado di completare il lavoro nei tempi richiesti. Alle volte, pur di non perdere il lavoro, pretendiamo da noi stessi sforzi impossibili e i committenti ne approfittano proponendoci quantità di lavoro enormi in tempi ristrettissimi. In questo lavoro sono necessarie quelle che io chiamo le 3 P: precisione, puntualità e professionalità. Essendo una persona molto organizzata e riflessiva finora non mi è mai capitato di consegnare dei lavori in ritardo.

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?

Finora sono stata fortunata perché, anche se spesso in ritardo, mi sono sempre pervenuti tutti i pagamenti. Un modo per tutelarci potrebbe essere quello di rivolgersi a STRADE (Sindacato Traduttori Editoriali) che non tutti conoscono. Per il resto è una professione ancora molto rischiosa per certi punti di vista, probabilmente perché non ancora viene riconosciuta a questa figura la giusta importanza.

Hai mai vinto premi dedicati ai traduttori?

No, purtroppo non ne ho mai vinti.

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?

L’ultimo libro che ho tradotto è L’abisso di Camille di Enrique Laso. È la triste storia di Camille Claudel, la scultrice amante di Rodin, raccontata sotto forma di diario dal suo medico Edouard Faret, durante la sua permanenza di quasi trent’anni in manicomio. Un libro che ho amato tanto tradurre perché racconta la vita difficile e tormentata di questa donna, la quale non riusciva a farsi strada nel suo campo ostacolata da una mentalità maschilista e chiusa, pur di fronte a un talento unico e indiscutibile. Devo dire la verità, non ho riscontrato molte difficoltà traduttive perché lo stile di Enrique Laso è chiaro, lineare, oserei dire tendente al giornalistico.

Quale è il momento più bello per un traduttore?

Il momento più bello è quello del passaggio che va dall’interpretazione del testo sorgente alla resa nel testo di destinazione. Il momento della trasformazione. Quanto più vicina e riuscita è la resa, tanto più ci si sente soddisfatti di aver svolto bene il proprio compito.

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?

L’estate scorsa, mentre stavo traducendo “Dall’Inferno”, stavamo facendo dei lavori a casa, dunque avevamo tutti i mobili imballati e coperti da teli. La sera, quando gli operai andavano via, io mi mettevo con il mio pc in un angolino della casa e traducevo per tutta la notte. Ogni qualvolta arrivavo ai punti più paurosi del libro puntualmente scattava la corrente e iniziavo a sentire delle voci strane (ndr la storia libro in questione tratta di una bambina morta che, attraverso una radio, chiede al padre di tirarla fuori dall’inferno) e mi guardavo attorno sospettosa. Il tutto è andato avanti per diverse notti. È stata una traduzione molto “sentita”, diciamo così, e sono riuscita di sicuro a immedesimarmi molto nel protagonista.

Quale consiglio daresti ad una persona che volesse intraprendere il lavoro di traduttore?

Armarsi di tanta pazienza e umiltà perché all’inizio è molto difficile, soprattutto quando non si ha molta esperienza e nessuno ti considera. La soluzione più sbagliata è arrendersi ai primi (e tanti) no. Bisogna cercare di farsi da soli l’esperienza per iniziare a inserire qualcosa nel curriculum, magari prestando del volontariato come traduttore presso associazioni o simili.

Quali sono i tuoi progetti futuri?


In un’epoca in cui è difficile per noi giovani riuscire a pensare a un futuro, tra i miei progetti c’è sicuramente quello di voler continuare a provare a fare il lavoro che amo, la traduttrice, e magari poter scrivere un libro tutto mio da far tradurre in più lingue da altri miei colleghi.

Carlos, un manager di successo, riceve la peggiore delle notizie: sua moglie e sua figlia sono morte in un incidente. Sentendosi colpevole per non aver trascorso tempo a sufficienza con sua figlia, intraprende una ricerca di redenzione per conoscerla meglio. La sorpresa di Carlos avviene quando, man mano che viene a scoprire alcuni dettagli della vita di sua figlia, attraverso la direttrice della scuola, della psicologa e delle amiche della bambina, comincia a sospettare che forse non era come lui la credeva e che dietro il viso adorabile della sua bambina si nascondevano terribili segreti. Dopo varie notti in cui sente rumori strani che provengono dalla sua radio sveglia, sua figlia gli chiederà aiuto…direttamente dall'Inferno! Da quel momento Carlos comincerà un’avventura da brividi nella quale non avrebbe mai voluto trovarsi.

L'abisso di Camille è un diario. Attraverso le parole cariche di colpa di Edouard Faret, direttore del manicomio di Montdevergues, ci avvicineremo alla vita di Camille Claudel, una donna eccezionale.
Camille fu una scultrice senza eguali, alunna e amante di Rodin, che cercò di farsi un nome, di ottenere la fama e il prestigio che la sua opera meritava in un mondo di uomini (alla fine del XIX secolo). Non ci riuscì.
Nel 1913 dopo la morte del suo adorabile padre, fu rinchiusa forzatamente dalla sua famiglia in un manicomio. Lì rimase trent'anni chiusa contro la sua volontà, fino alla sua morte, nonostante medici e alcuni parenti sapessero perfettamente che lei non era pazza.
L'abisso di Camille narra in forma poetica di questa terribile tragedia di una donna unica, un'artista geniale che ebbe un'esistenza segnata dal destino.
Per la prima volta un autore si avvicina agli anni dell'internamento di Camille, un periodo oscuro e a stento trattato prima d'ora con una certa profondità.
È il romanzo migliore e più profondo che abbia mai visto la luce fino ad ora di Enrique Laso. In esso esprime la sua ammirazione per Camille e al tempo stesso parte della sua rabbia di fronte a un mondo che si mostra ingiusto in innumerevoli occasioni. Un mondo in cui i miserabili finiscono per vincere..

Enrique, un adolescente inquieto, conosce José, un anziano imbalsamatore che vive isolato e ritirato da ogni attività. Tra i due a poco a poco si instaurerà una solida amicizia. L'imbalsamatore insegna al giovane l’arte della tassidermia, ma anche altri aspetti non meno importanti della vita.

Ma presto questa relazione amichevole troverà un ostacolo: Enrique è sul punto di scoprire un oscuro segreto che José mantiene gelosamente da anni.

Un romanzo breve ma molto intenso, che lascia un sedimento difficile da dimenticare. Un’atmosfera che ti catturerà e due personaggi che seducono adolescenti e adulti. La passione per l’arte, la devozione per il maestro e gli intricati segreti della mente sono saggiamente uniti in una storia che ha già catturato migliaia di lettori in tutto il mondo.

Alba è una traduttrice che crede di avere un lavoro noioso a Madrid, fino a quando riceve un incarico di traduzione che cambia completamente la sua vita.

Una storia di avventura, manoscritti e inseguimenti, con suspense e azione.

lunedì 27 luglio 2015

INTERVISTA A GERALDINE SOLON

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che l'autrice Geraldine Solon ha rilasciato a Elisa Frati:

Da cosa è nata la passione per la scrittura?

Ho cominciato a scrivere poesie quando avevo otto anni, ma solo come passatempo. È stato a trent'anni che ho preso sul serio la scrittura. Mio figlio era ancora piccolo, lavoravo part-time e avevo tempo extra per concentrarmi sulle mie opere.

Cosa ti ha portato a intraprendere la strada del self-publishing?

Ho inviato il mio primo romanzo, Love Letters, a degli agenti, ma non ne è venuto fuori niente. Non volevo aspettare oltre, perciò l'ho inviato a una piccola casa editrice che non richiede un agente e mi hanno offerto un contratto dopo 24 ore. Ho pubblicato i miei primi due libri con la Solstice Publishing, ma ho deciso di auto-pubblicare i seguenti. Secondo me l'auto-pubblicazione è la via da seguire: hai il controllo completo sulla tua opera, sulle copertine dei libri, sull'uscita e sulla promozione e sei più libero.

È stato un particolare percorso della tua vita a portarti a scrivere thriller?

Ho deciso di scrivere thriller perché volevo uscire dalla mia zona sicura. Dopo aver scritto storie d'amore, il mio obiettivo era concentrarmi su qualcosa di più profondo e avvincente. Mi piace leggere thriller e ho pensato di provare quel genere. Anche se è molto diverso dallo scrivere una storia d'amore, come autrice mi lascio guidare dai personaggi e mi concentro sulle relazioni, quindi è questo che troverete in tutti i miei libri.

Non capita tutti i giorni di leggere un thriller in cui la protagonista sia una top model, è stato qualcosa in particolare a darti l'ispirazione?

Volevo creare una donna bella e forte che sembrasse perfetta all'apparenza ma che affrontasse dei conflitti sia interni che esterni. La società dipinge sempre le top model come esseri perfetti, ma sono come ogni altra persona normale che incontra delle sfide. Dana sapeva che il suo aspetto e la carriera di modella non sarebbero durati per sempre e avere alle spalle la perdita della madre e del padre la dipinge come una donna vulnerabile che cerca di dare un senso alla sua vita. È il simbolo di ogni donna che subisce cambiamenti e affronta ostacoli, ma ciò che rende la storia avvincente è il modo in cui il passato torna a tormentarla in questo inseguimento letale.

A un certo punto la storia si tinge di una sfumatura romantica. Pensi che un pizzico di romanticismo sia l'ingrediente segreto di una buona storia?

Puoi definirmi un'inguaribile romantica, quindi direi di sì. Credo che sia importante concentrarsi sulle relazioni più intime di un personaggio. In questa storia si possono testimoniare le diverse relazioni che ha avuto Dana.

C'è qualche elemento autobiografico? Qualche personaggio, (non necessariamente la protagonista femminile) ispirato a te?

Nessuno. È un parto della mia immaginazione. Il mio obiettivo è creare personaggi che siano diversi da me. Dana è vegana e io sono assolutamente carnivora il che ci rende totalmente opposte. È una bella avventura dato che mi dà l'opportunità di vivere una vita diversa ogni volta che creo questi personaggi. Sono testimone in prima persona del modo in cui pensano e reagiscono. È il bello dello scrivere fiction: sei come un bambino che corre in un parco giochi e hai infinite possibilità.

Hai scelto di ambientare la storia a New York per qualche motivo in particolare? Pensi che avrebbe funzionato anche con un'ambientazione diversa?
Forse anche una città come Parigi avrebbe funzionato. Ho usato New York per via della professione di Dana e ha funzionato bene con la storia.

Dana segue la dieta rigida delle top model, non credi che sia un modello negativo per le giovani d'oggi?

Non è un segreto che le modelle seguano una dieta rigida. Forse non è un buon esempio, ma è la dura realtà che affrontano per diventare modelle di successo.

Vladimir è un cattivo che si redime. Interpreta la tua visione della vita?

Credo che tutti meritino una seconda occasione e non dovrebbero aspettare troppo a lungo per trovare la propria redenzione.

Come collocheresti Non voltarti indietro nel tuo percorso di scrittrice e quali sono i tuoi progetti futuri?

Prima di pubblicare Non voltarti indietro temevo che avrebbe danneggiato il mio marchio ma, con mia grande sorpresa, le reazioni sono state incredibili. Ho trovato un mercato di lettori diverso e il libro si è rivelato un successo. Dopo Non voltarti indietro ho pubblicato un thriller psicologico, Thirty Days of Red che è molto più tetro di Non voltarti indietro. Anche questo libro sta vendendo bene. Il mio obiettivo è scrivere sia thriller che commedie romantiche. Al momento sto scrivendo una trilogia e spero di pubblicare altri libri.

Grazie!


Quando Dana Simmons aveva dieci anni, sua madre era scomparsa. Vent'anni dopo, con una strepitosa carriera come modella, Dana affronta un'altra perdita dopo che il padre muore di cancro ai polmoni. Presto scopre che la madre potrebbe essere ancora viva e che protegge un segreto che rischia di mettere in pericolo Dana. Nel cercare risposte, la top model intraprende un inseguimento letale che la porta a finire nel Programma Protezione Testimoni. Nonostante le promettano di proteggerla, le strappano via la carriera, la casa e l'identità, nella speranza che lei non si volti indietro. Determinata a ritrovare la pace, a Dana resta solo una scelta che potrebbe distruggerle la vita.

venerdì 24 luglio 2015

INTERVISTA A ELISA FRATI

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice Elisa Frati ha rilasciato alla nostra Shanmei.


Benvenuta Elisa, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.

Grazie mille. Il mio percorso è nato quando ho decido di abbracciare il mio “talento” per le lingue. All'università ho preferito intraprendere un percorso pratico piuttosto che studiare “Lingue e letterature” di qualcosa, così mi sono laureata in mediazione linguistica. Cercando una specializzazione che offrisse qualcosa di più della traduzione commerciale ho trovato un Master in traduzione letteraria e audiovisiva. L'ho iniziato credendo che sarei diventata un'adattatrice di dialoghi, invece ho scoperto che preferivo la traduzione editoriale.

 Come è nato il tuo amore per la traduzione?

L'amore è nato con il fansubbing, in realtà. Alla ricerca di un hobby sono approdata in questo mondo che mi ha aiutato a capire che tradurre era quello che volevo fare sempre, sia come hobby che come lavoro.

Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo testo che hai tradotto?

Il mio primo lavoro di traduzione è stato un libro, per un cliente privato, non per una casa editrice. Di una collana di romanzi rosa erano stati pubblicati in Italia solo i primi libri, senza intenzione di continuare la serie, così una fan ha deciso di farseli tradurre privatamente, a patto di non divulgare la traduzione. E io sono stata una dei traduttori a rispondere al suo annuncio.

Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?

Retribuite, non ancora. Ho partecipato a un workshop per traduttori esordienti organizzato da una casa editrice italiana che è risultato nella pubblicazione del libro sul quale abbiamo lavorato in gruppo con tanto di presentazione a una fiera dell'editoria (esperienza incredibile!), ma per il resto finora ho lavorato principalmente con agenzie di traduzione, perlopiù con sede in America.

Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

Ho optato per il rapporto con gli autori auto-pubblicati perché è molto più immediato: non ci sono agenti, non ci sono case editrici, sono loro i detentori dei diritti della propria opera, nessun intermediario. Non voltarti indietro è la prima opera auto-pubblicata che ho tradotto e la scelta è una combinazione di quale genere penso abbia più possibilità di vendere (mi tengo il più possibile aggiornata sulle novità del mondo editoriale) e cosa mi piacerebbe tradurre (lavorare a qualcosa che ti piace porta sicuramente a un risultato migliore).

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?

Geraldine era già un'autrice auto-pubblicata ed è stata entusiasta quando l'ho contattata ma, ovviamente, sta al traduttore prendere in mano l'operazione di marketing perché è lui a giocare in casa. Quella è stata la vera sfida: documentarmi e capire come promuovere un libro in Italia.




Quando Dana Simmons aveva dieci anni, sua madre era scomparsa. Vent'anni dopo, con una strepitosa carriera come modella, Dana affronta un'altra perdita dopo che il padre muore di cancro ai polmoni. Presto scopre che la madre potrebbe essere ancora viva e che protegge un segreto che rischia di mettere in pericolo Dana. Nel cercare risposte, la top model intraprende un inseguimento letale che la porta a finire nel Programma Protezione Testimoni. Nonostante le promettano di proteggerla, le strappano via la carriera, la casa e l'identità, nella speranza che lei non si volti indietro. Determinata a ritrovare la pace, a Dana resta solo una scelta che potrebbe distruggerle la vita.

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?

Credo che l'auto-pubblicazione stia contribuendo a dare un nuovo volto al mondo dell'editoria e che gli Editori (e i distributori) debbano cercare a loro volta di reinventarsi per stare al passo con i cambiamenti.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?

Dipende dalla lunghezza del romanzo, da quanto è complesso, dalle ricerche necessarie, ma direi che si va da un minimo di tre mesi a un massimo di sei.

 Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?

Per il momento sto facendo solo traduzioni (non solo editoriali), ma vorrei trovare un lavoro che mi dia una sicurezza economica per poter limitare l'attività traduttiva solo al campo editoriale.

Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?

Preferisco una traduzione creativa, nei limiti del rimanere fedeli all'originale. Con il tempo, e le traduzioni, mi sono convinta che più una traduzione si distacca dal letterale più, paradossalmente, è fedele all'originale.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?

Su questo aspetto mi cogli impreparata. Mi è capitato di lavorare con agenzie che riassegnano il lavoro a un altro traduttore se non viene consegnato nei tempi stabiliti, facendoti perciò perdere il pagamento. Quella può essere considerata una penale, no? Non mi è ancora mai successo direttamente. Nel mondo della traduzione la puntualità è tutto per costruirsi una reputazione (anche se a volte comporta notti insonni).

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?

Per ora la mia più grande tutela è l'informazione: cerco di tenermi alla larga dai committenti di cui ho sentito storie di pagamenti non ricevuti e di informarmi tramite altri colleghi se un committente sia affidabile o meno. Altrimenti restano solo la perseveranza e, a mali estremi, le vie legali.

Hai mai vinto premi dedicati a i traduttori?

Putroppo no. Ma ho ancora molta strada da fare.

Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?

L'ultimo a cui ho lavorato è Non voltarti indietro. Essendo un rapporto puramente autore-traduttore la più grossa difficoltà per me è stata essere revisore di me stessa (ho chiesto aiuto a un altro paio d'occhi, ma non professionali).

Quale è il momento più bello per un traduttore?

In generale, trovare la resa che stavi cercando. Quando, dopo aver creato il solco intorno alla scrivania, averci (non)dormito sopra e chiesto a tutti quelli che hanno incrociato il tuo cammino, finalmente ti si accende la lampadina e ti viene una resa a cui stavi dando la caccia.
Nelle traduzioni editoriali, il momento in cui il libro viene pubblicato e il duro lavoro di mesi diventa qualcosa di tangibile. È un senso di soddisfazione indescrivibile.

Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?

Indubbiamente la storia del rotolo di carta igienica! Al workshop di traduzione dovevamo tradurre una frase in cui un personaggio giocherellava con i pezzettini di carta igienica rimasti attaccati al rotolo, così la traduttrice esperta e coordinatrice del workshop tira fuori dalla borsa un rotolo finito con un po' di carta ancora attaccata e dà il via a un brainstorming... pratico!

Quale consiglio daresti ad una persona che volesse intraprendere il lavoro di traduttore?

Documentarsi, documentarsi, documentarsi. Bisogna informarsi a fondo sul settore nel quale ci si vuole cimentare ancora prima di cominciare studi appositi, per capire se la spesa vale l'impresa. E studiare all'estero, se se ne ha la possibilità.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Oltre a continuare a lavorare con autori auto-pubblicati mi piacerebbe trovare un lavoro che mi permetta di stare a contatto con i libri anche da un altro punto di vista oltre a quello traduttivo. Vorrei immergermi nel mondo dell'editoria di persona, letteralmente!

Grazie!
Grazie a te per aver accettato il nostro invito.

venerdì 17 luglio 2015

ASSAGGIO LETTURA: Non voltarti indietro di Geraldine Solon


Posted by Tosca Valesi "Voce" on Venerdì 17 luglio 2015

lunedì 13 luglio 2015

ASSAGGIO LETTURA Miss Amelia accalappia un duca di Sandy Raven


giovedì 9 luglio 2015

INTERVISTA A F. ROSSI

Abbiamo il piacere di condividere con Voi, l'intervista che la traduttrice F. Rossi ha rilasciato alla nostra Shanmei.

Benvenuta F. Rossi, parlaci di te, raccontaci il tuo percorso di studi.



Le lingue sono sempre state la mia passione, ma ho studiato l'inglese solo privatamente. La mia insegnante era una signora della Florida, appassionata e divertentissima, che mi ha fatto amare la lingua sin da subito. L'ho studiata a scuola, ovviamente, ma poi all'università ho preso un'altra strada, quella delle materie scientifiche.

Come è nato il tuo amore per la traduzione?



Da piccola mi piaceva tradurre per divertimento. Pensa che avevo iniziato a fare la traduzione de "Lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien, ed ero arrivata quasi a metà :)


Come è iniziato il tuo lavoro di traduttrice? Quale è stato il primo test che hai tradotto?



A parte "Lo Hobbit", ho cominciato a lavorare nel campo editoriale dopo la laurea. Per un editore milanese mi sono occupata di una collana di libri sul software libero; era una piccola realtà, ne curavo interamente la pubblicazione, fino dalla scelta dei titoli e, per qualche titolo, ne facevo anche la traduzione o collaboravo con altri professionisti. La casa editrice poi è stata acquistata da un'altra più grande, come spesso accade, e la mia collaborazione con loro è terminata.


Hai fatto traduzioni per Case Editrici, Agenzie di marketing o pubblicità?



Tuttora, oltre il mio lavoro con Babelcube di cui ti parlerò dopo, faccio traduzioni di contenuti Web dall'inglese all'italiano; ho forti competenze nello sviluppo Web e unire le due cose è ovviamente vincente :)


Sappiamo che traduci autori stranieri che poi si auto-pubblicano in italiano. Come è nata questa idea? Quali opere hai tradotto fino ad oggi? E perché le hai scelte?

Tutto è nato da una pubblicità su Facebook. Ho scoperto un portale statunitense, Babelcube, che mette in contatto autori e traduttori. Gli autori propongono le proprie opere e i traduttori le scelgono, ricevendo come compenso per il proprio lavoro una percentuale sulle vendite dei libri. La cosa che mi è piaciuta di questo sistema è che le tempistiche di traduzione vengono scelte dal traduttore stesso; questo per me era vitale, dato che mi permette di integrare il lavoro di traduzione con il resto della mia attività. Ho tradotto una cinquantina di opere, che vanno dai manuali di produttività personale, ai romance, agli erotici. Le ho scelte in alcuni casi per interesse personale, in altri scommettendo sulla riuscita sul mercato italiano.

Hai riscontrato difficoltà nel far accettare agli autori questo nuovo modo di pubblicarsi in paesi stranieri o ne avevano già sentito parlare?

Nel mio caso gli autori erano tutti già auto-prodotti nel loro paese di origine, e sono stati loro a proporsi su Babelcube, quindi da parte mia non ci sono stati problemi.

Se questo tipo di pubblicazione diventasse sempre più diffuso, pensi che gli Editori non avrebbero più ragione di esistere o rimarrebbe solo una pubblicazione alternativa?

Non credo che sia una completa sostituzione degli editori. Anche se il contratto con l'autore su Babelcube comprende solo il lavoro di traduzione, per alcuni autori mi occupo anche del marketing italiano. Ovviamente loro, non parlando la lingua, non sono in grado di promuoversi da soli e hanno bisogno di appoggiarsi a qualcuno. Il lavoro dell'editore in questo caso è fondamentale.

Quanto tempo serve per portare a termine la traduzione di un romanzo?



Dipende ovviamente dalla lunghezza e dalla complessità del testo, ma 

sicuramente qualche mese.


Tradurre è il tuo lavoro principale, o fai altre attività?


No, anche se mi piacerebbe. Nella mia "vita vera" lavoro nel campo dell'informatica, mi occupo di sviluppo di siti web.


Preferisci una traduzione più letterale o creativa? O un mix delle due a seconda dei casi?



Credo che la traduzione debba veicolare gli stessi concetti e sensazioni dell'originale; per questo, quando è possibile uso una traduzione letterale, ma se questa non dà lo stesso feeling dell'originale mi 

distacco, anche molto in alcuni casi.

Esistono penali in caso di mancata consegna del lavoro nei tempi stabiliti? Ti è mai successo di incorrervi?

Con Babelcube non ci sono penali, ma ci sono vincoli di tempo. Mi è capitato di sforare solo con il primo libro che ho tradotto, perché non avevo considerato bene tutte le variabili, ma ho avuto la possibilità di 
chiedere una proroga all'autore, che me l'ha data tranquillamente. Alla fine si è trattato di una settimana in più, quindi niente di problematico. Ora che lo so riesco a calcolare meglio i miei tempi e non 
mi è successo più.

E veniamo al tasto più dolente, i pagamenti. Come ti tuteli dai committenti morosi?



Per quanto riguarda Babelcube, per fortuna sono piuttosto puntuali nei pagamenti. Per il resto dei lavori, ho preso l'abitudine di chiedere un anticipo; questo non risolve la questione, ma almeno non si resta completamente a bocca asciutta :)


Hai mai vinto premi dedicati ai traduttori?



No. In realtà non ho mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di partecipare :)


Quale è l’ultimo libro che hai tradotto? Che difficoltà hai riscontrato?

La mia ultima "fatica letteraria" sono i libri di Sandy Raven: sono già pubblicati "Miss Amelia accalappia un duca" e "La sposa di Caversham", e sto lavorando su "Già sua". Si tratta di una serie di romance storici ambientati nell'Inghilterra del 1800, che narrano la storia dei componenti di una intera famiglia. Sandy scrive veramente bene, ha una prosa avvincente e dettagliata, e la difficoltà è  quella di riportare il tipo di linguaggio un po' arcaico necessario per questo tipo di narrativa. Spero di riuscirci bene!

Quale è il momento più bello per un traduttore?



Quando il libro va in pubblicazione... o meglio ancora, quando scala le classifiche! "Miss Amelia accalappia un duca" stamattina è al 4 posto nella classifica complessiva dei libri gratuiti su amazon.it; è una bella sensazione sapere che il proprio lavoro viene apprezzato.


Raccontaci un aneddoto, bizzarro, incredibile legato al tuo lavoro?



Non mi viene in mente niente :!


Quale consiglio daresti ad una persona che volesse intraprendere il lavoro di traduttore?

Fare molta attenzione alla forma: punteggiatura, ortografia e grammatica. Purtroppo a volte si trovano pubblicati libri pieni di problemi di questo tipo, sia di autori auto-pubblicati che curati da editori, che rovinano la potenzialità dell'opera. Il sito dell'Accademia della Crusca è un'ottima fonte di informazioni sui dubbi che ci possono venire.



Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sicuramente proseguirò con la serie de "Le cronache dei Caversham", devo ancora tradurre altri tre libri e Sandy Raven sta già lavorando al prossimo. Inoltre, è in fase di editing "Il fato dell'alfa", la seconda trilogia di Tasha Black, paranormal romance di lupi mannari e magia.

La zitella Amelia accetta una posizione da dama di compagnia per la propria zia, un'arrampicatrice sociale che sta progettando il suo prossimo matrimonio, prima ancora di uscire dal lutto per il suo secondo marito. E l'uomo a cui sua zia sta dietro non è altri che il facoltoso vedovo, il duca di Caversham.
A una festa a cui partecipano sia il duca che la zia, Amelia rimane inorridita davanti al comportamento della sua parente, quindi decide di nascondersi nella biblioteca e nel giardino del suo ospite per tutta la durata della loro visita. Durante una passeggiata di sera, nel labirinto, incontra un signore di una certa età, che la intriga e la eccita. Fugge via senza saperne il nome, solo per incrociarlo di nuovo in biblioteca qualche giorno dopo, dove, con enorme stupore di Amelia, lui la bacia. E lei restituisce il bacio!
Amelia e il duca vengono sorpresi nel loro abbraccio appassionato dalla zia. Imbarazzata per il proprio comportamento libertino, Amelia fugge dalla stanza credendo che lui l'abbia usata per evitare la megera. Dopo aver affrontata quest'ultima, il duca fa ciò che crede sia la cosa più onorevole da fare, e progetta di sposare Amelia.

Penelope Hart vuole solo fare il suo lavoro. Doveva essere solo un altro giorno in biblioteca, ma quando Matt arriva lì, tutto cambia.
È affascinante, intelligente, e troppo bello per essere vero.
Matt convince Penelope ad andare alla ricerca di un libro con lui, ma sfortunatamente non si accorge che fuori si sta formando una tempesta. Cosa faranno quando rimarranno bloccati insieme nella biblioteca? Penelope riuscirà a non cedere alla seduzione di Matt?
Quando vengono salvati e l'identità segreta di miliardario di Matt viene rivelata, saranno in grado di restare insieme, o il loro amore si scioglierà come neve al sole?


Ainsley Connor ha voltato le spalle al proprio passato.
La sua vita perfetta come agente immobiliare di successo a Manhattan fa sembrare quasi un sogno i suoi ricordi di bambina, in cui è cresciuta come la figlia di un lupo mannaro. Quando un tragico incidente la fa tornare alla sua città natale, non riesce più a reprimere il suo lupo interiore.
Ancora peggio, il branco ha bisogno che lei si stabilisca lì e scelga un compagno, ma come fare dato che la cittadina universitaria è piena di mutaforma sexy, e tutti cercano la sua attenzione?
E i mutaforma non sono la cosa più strana che si può trovare a Tarker's Hollow...